Lettera congiunta alle ISTITUZIONI

Gentili Presidenti,

nel ringraziare per l’attenzione riservataci in occasione dell’incontro dell’11 gennaio u.s., con i Referenti dell’Assessorato allo Sport della Regione, durante il quale abbiamo avuto la possibilità di approfondire la delicatissima e drammatica situazione degli impianti natatori nel nostro territorio, siamo consapevoli che la complessità del problema non possa essere affrontata dal solo Settore Sport, avendo implicazioni rilevanti nell’ambito impiantistico, sociale, sanitario, produttivo.

Il grido di allarme delle Società che gestiscono impianti natatori pubblici e privati è sempre più disperato, sia nella nostra Regione che in tutta Italia. Si stanno moltiplicando le richieste di aiuto indirizzate a Comuni, Regioni, Dipartimento per lo Sport, Governo.

Molti impianti hanno interrotto le attività o sono in procinto di farlo, numerosi altri hanno ricevuto solleciti di pagamento delle fatture per le forniture energetiche, con preavvisi di interruzione dell’erogazione delle forniture, altri stanno utilizzando le ultime risorse disponibili. La prospettiva è di non riuscire a superare il periodo invernale.

Ne deriverebbe un danno incalcolabile al patrimonio impiantistico soggetto ad un rapidissimo degrado se non continuamente manutentato e, ancor peggio, l’interruzione di un servizio pubblico fondamentale per la comunità, in ogni fascia d’età, dai più giovani ai soggetti con disabilità, dagli anziani a tutti gli sportivi nelle diverse discipline acquatiche che non avrebbero più la possibilità di proseguire l’attività, così importante anche a livello educativo e di socializzazione.

L’attività motoria e sportiva sono cardini fondamentali per la salute dei cittadini, soprattutto per le categorie più fragili, quali i soggetti con disabilità e gli anziani, tanto più in situazioni così problematiche come quelle che purtroppo stiamo vivendo ormai da due anni. La promozione dell’esercizio fisico regolare e controllato in strutture organizzate e con personale qualificato, rappresentano un investimento per il futuro e una drastica diminuzione dei costi sanitari, che sappiamo essere sempre più insostenibili per la comunità con una popolazione che invecchia.

Con immani sacrifici e sofferenze, siamo riusciti a sopravvivere durante questa terribile pandemia ed ora, alle difficoltà causate dalla minore capacità produttiva generata dalle limitazioni imposte dai protocolli, dai maggiori costi generati dagli adempimenti necessari per garantire gli indispensabili standard di sicurezza e controllo, dai mancati ricavi dovuti ai voucher da rimborsare, si è aggiunta la mannaia degli incrementi vertiginosi dei costi energetici in strutture che sono energivore per definizione, con aumenti ad oggi registrati compresi tra il 50 al 70% rispetto al periodo pre-pandemico.

Da una stima effettuata sui 70 impianti affiliati alla Federazione Italiana Nuoto, l’incremento di costi nel 2022 si aggirerà sui € 6.000.000, con un’incidenza aggiuntiva sul bilancio di ciascuna Società variabile tra i € 60.000 per i piccoli impianti e i € 150.000 per le strutture più grandi. Bilanci in cui le spese energetiche gravavano già per oltre 1/3 sulle spese complessive.

Occorre quindi, a nostro avviso, prevedere un coordinamento che, come detto in premessa, non si limiti al solo Settore dello Sport, ma coinvolga anche i Settori Produttivo, Sanitario e Sociale, che possa predisporre la creazione di un ammortizzatore del caro bollette per costituire, con il supporto di tutte le Istituzioni, un Fondo Regionale a sostegno dei Comuni, proprietari degli impianti natatori, affinché possano scongiurare la chiusura degli stessi.

Nella speranza che questo grido d’allarme venga raccolto e auspicando a breve un nuovo incontro congiunto Regione – Anci, porgiamo distinti saluti.

PISCINE AGENZIE PER LA SALUTE – #SALVIAMOLE PISCINE

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